Vivere la Speranza
14 novembre 2023.
Intervista su TELEBENE del presidente di Crociata Cattolica

"Gianluca Martone"
DIFENDI LA VITA
IL MIRACOLO DELLA VITA
L'ORRORE DELL'ABORTO DI PLANNED PARENTHOOD
INTERVISTA PRESIDENTE GIANLUCA MARTONE 30 MARZO 2019 POLICLINICO DI BARI.
INTERVISTA PRESIDENTE GIANLUCA MARTONE BASSA IRPINIA 25 MAGGIO 2019 INTERVISTATO DALL'OTTIMA GIORNALISTA IRPINA ALESSIA CONTE
User Tv- intervista al giornalista Gianluca Martone contro l'aborto- Giugno 2018
ReteSei- Intervista al giornalista Gianluca Martone. Stop all'aborto- Settembre 2018
Tele Nostra- La missione di Gianluca Martone- Ospedale San Giuseppe Moscati- Avellino- Novembre 2018
La testimonianza eccezionale di Gianluca Martone- Giugno 2019- Marcia per la Vita
GIUGNO 3, 2019
La battaglia bioetica non può mai andare disgiunta dalla vera Fede cattolica. Questo lo sosteniamo da sempre.

Gianluca Martone, giornalista del Mezzogiorno Quotidiano, da anni impegnato nella lotta contro l’aborto, ci ha inviato una testimonianza della sua battaglia in difesa della vita e della verità, che di seguito pubblichiamo volentieri.

Mi chiamo Gianluca Martone, ho 36 anni e da due anni ho iniziato una vera e propria crociata in difesa della Vita davanti a ben sette ospedali del Centro- Sud Italia: l’Ospedale Loreto Mare di Napoli [v. video in calce], dove vengono praticati tra i 1100 e i 1300 aborti ogni anno, il Cardarelli di Campobasso, nel quale vi è un solo medico abortista, il dott. Michele Mariano, il quale ogni anno effettua 400 aborti, il Moscati di Avellino, con il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti ogni anno circa, compresi i terapeutici, il Rummo di Benevento, con ben 500 aborti ogni anno, nonostante l’assenza di medici abortisti, il Riuniti di Foggia, noto come Capitale del Mezzogiorno per quanto riguarda gli aborti, con ben 1000 aborti ogni anno circa, il Policlinico di Bari, noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010, nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti ogni anno e, infine, il San Carlo di Potenza [v. video in calce], con oltre 400 aborti ogni anno.

Perché ho intrapreso questa guerra difficilissima e, soprattutto perché ho scelto questi sette ospedali? Le risposte a queste due domande fanno riferimento a due date: 17 febbraio 2017 e 17 maggio 2017. Nel febbraio 2017, nonostante fossi un giornalista noto nel panorama nazionale (avevo fatto diverse conferenze sull’ideologia di genere in diverse città italiane e avevo ricevuto anche il prestigioso Premio Internazionale Anti Mafia Livatino- Costa- Saetta per questo importante impegno civico), stavo attraversando un periodo molto difficile sia a livello personale che familiare. Proprio in quel momento, feci un viaggio in Veneto, conoscendo il Priorato di Lanzago di Silea della Fraternità San Pio X, il cui Priore, don Luigi Moncalero, mi consigliò di andare a fare gli Esercizi Ignaziani ad Albano. Quella stessa notte, era il 17 febbraio 2017, data indimenticabile nella mia vita, di cui ho parlato anche in diverse interviste di recente, ho sognato i bambini abortiti pieni di sangue, morenti, i quali mi dicevano: Gianluca vieni a salvarci. Io mi svegliai immediatamente, sconvolto da quel sogno, iniziai a prendere in considerazione, una volta tornato a casa, i consigli del mio amico Giorgio Celsi, il quale mi invitava ripetutamente ad andare davanti agli ospedali. Da parte mia, io avevo paura. Ma da quel momento in poi tutto cambiò. Dal 28 febbraio 2017, iniziai questa crociata davanti al Rummo di Benevento, dove nel frattempo era andato in pensione l’unico medico abortista, il dott. Limongelli ed era stato sospeso il “servizio abortivo”. Purtroppo, la Lidu (Lega Italiana Diritti dell’Uomo) del noto avvocato massone Lugi Diego Perifano fece pressione sulla dirigenza dell’ospedale e fece riprendere la macelleria al Rummo, con ben 500 innocenti martiri della mia città uccisi ogni anno. Subito dopo, iniziai anche ad andare al Moscati di Avellino, al Cardarelli di Campobasso e al Loreto Mare di Napoli.

Tuttavia, nonostante la mia grande voglia, le risorse erano poche (la mia carissima amica Silvana De Mari non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio) e, soprattutto, dal punto di vista spirituale, non ero ancora inattaccabile. Nel mese di maggio 2017, andai a fare per la prima volta i Santi Esercizi Ignaziani al Priorato di Albano e, durante la notte del 17 maggio 2017, sognai che stavo andando in un fuoco terribile, quando improvvisamente fui salvato dalla Madonna. Mi svegliai improvvisamente, volevo lasciare il Priorato, ma convinto dal Priore, don Aldo Rossi, restai e da quel gesto, la mia vita cambiò completamente. Nei mesi successivi, ho iniziato ad andare tutti i giorni alla Santa Messa Tridentina, a far dire tantissime messe per i numerosi benefattori e i loro defunti (sono molto devoto alle anime sante del Purgatorio) che, con grande generosità, mi stanno aiutando in questa impresa quasi impossibile (dico quasi perché nulla è impossibile a Dio), e grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017. Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quindi tutte e quattro i capoluoghi di Regione del Sud: Molise, Puglia, Campania e Basilicata e, oltre a Benevento, i due ospedali più mortiferi del Mezzogiorno: il Moscati di Avellino e il Riuniti di Foggia. Dinanzi alle difficoltà oggettive, anche di natura economica, il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti e, nonostante il termine doloroso della collaborazione con alcune associazioni pro life, che mi hanno chiesto in modo inopinato di separare il Gianluca volontario pro vita dal Gianluca innamorato della Santa Messa Tridentina, sto andando avanti con questa iniziativa per amore di Dio, della Vita e delle anime delle donne e dei bambini.

Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse: “Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”. Da parte mia, io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il Valore infinito della Vita per ciascuno di noi dal concepimento alla morte naturale.

Radio Spada, 8 Aprile 2019
Lettera del combattente solitario Gianluca Martone- Sito di Maurice Blondet- Gennaio 2020
Mi chiamo Gianluca Martone, compirò 37 anni il prossimo 2 marzo e sono giornalista e volontario pro vita.
Da ben tre anni, ho iniziato una vera e propria crociata in difesa della Vita davanti a ben otto ospedali del Centro- Sud Italia: l’Ospedale Loreto Mare di Napoli, dove venivano praticati tra i 1100 e i 1300 aborti ogni anno, scesi in quest’ultimo anno a 300 aborti grazie anche ai miei continui piantonamenti, il Cardarelli di Campobasso, nel quale vi è un solo medico abortista, il dott. Michele M., il quale ogni anno effettua 400 aborti, il Moscati di Avellino, con il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti ogni anno circa, compresi i terapeutici, il Rummo di Benevento, con ben 500 aborti ogni anno, nonostante l’assenza di medici abortisti, il Riuniti di Foggia, noto come Capitale del Mezzogiorno per quanto riguarda gli aborti, con ben 1000 aborti ogni anno circa, scesi in quest’ultimo anno a circa 600 aborti, il Policlinico di Bari, noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010, nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti ogni anno,il San Carlo di Potenza, con oltre 400 aborti ogni anno e, dallo scorso mese di giugno, il San Giovanni di Roma, con il triste record nella Capitale di 1000 aborti ogni anno. Oltre agli ospedali, dallo scorso mese di ottobre sto volantinando anche davanti alle scuole di istruzione superiore di queste otto città, per sensibilizzare i giovani su questa drammatica problematica, di cui pochissimi parlano.

Perché ho intrapreso questa guerra difficilissima e, soprattutto perché ho scelto questi sette ospedali?
Le risposte a queste due domande fanno riferimento a due date: 17 febbraio 2017 e 17 maggio 2017. Nel febbraio 2017, nonostante fossi un giornalista noto nel panorama nazionale (avevo fatto diverse conferenze sull’ideologia di genere in diverse città italiane e avevo ricevuto anche il prestigioso Premio Internazionale Anti Mafia Livatino- Costa- Saetta per questo importante impegno civico), stavo attraversando un periodo molto difficile sia a livello personale che familiare.
Proprio in quel momento, feci un viaggio in Veneto, conoscendo il Priorato di Lanzago di Silea della Fraternità San Pio X, il cui Priore, don Luigi Moncalero, mi consigliò di andare a fare gli Esercizi Ignaziani ad Albano. Quella stessa notte, era il 17 febbraio 2017, data indimenticabile nella mia vita, di cui ho parlato anche in diverse interviste di recente, ho sognato i bambini abortiti pieni di sangue, morenti, i quali mi dicevano: Gianluca vieni a salvarci.
Io mi svegliai immediatamente, sconvolto da quel sogno, iniziai a prendere in considerazione, una volta tornato a casa, i consigli del mio amico Giorgio Celsi, il quale mi invitava ripetutamente ad andare davanti agli ospedali. Da parte mia, io avevo paura.
Ma da quel momento in poi tutto cambiò. Dal 28 febbraio 2017, iniziai questa crociata davanti al Rummo di Benevento, dove nel frattempo era andato in pensione l’unico medico abortista, il dott. Limongelli ed era stato sospeso il “servizio abortivo”. Purtroppo, la Lidu (Lega Italiana Diritti dell’Uomo) del noto avvocato Lugi Diego Perifano fece pressione sulla dirigenza dell’ospedale e fece riprendere la macelleria al Rummo, con ben 500 innocenti martiri della mia città uccisi ogni anno.
Subito dopo, iniziai anche ad andare al Moscati di Avellino, al Cardarelli di Campobasso e al Loreto Mare di Napoli. Tuttavia, nonostante la mia grande voglia, le risorse erano poche (la mia carissima amica Silvana De Mari non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio) e, soprattutto, dal punto di vista spirituale, non ero ancora inattaccabile. Nel mese di maggio 2017, andai a fare per la prima volta i Santi Esercizi Ignaziani al Priorato di Albano e, durante la notte del 17 maggio 2017, sognai che stavo andando in un fuoco terribile, quando improvvisamente fui salvato dalla Madonna. Mi svegliai improvvisamente, volevo lasciare il Priorato, ma convinto dal Priore, don Aldo Rossi, restai e da quel gesto, la mia vita cambiò completamente. Nei mesi successivi, ho iniziato ad andare tutti i giorni alla Santa Messa Tridentina, a far dire tantissime messe per i numerosi benefattori e i loro defunti (sono molto devoto alle anime sante del Purgatorio) che, con grande generosità, mi stanno aiutando in questa impresa quasi impossibile (dico quasi perché nulla è impossibile a Dio), e grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017.
Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quindi tutte e quattro i capoluoghi di Regione del Sud: Molise, Puglia, Campania e Basilicata e, oltre a Benevento, i due ospedali più mortiferi del Mezzogiorno: il Moscati di Avellino e il Riuniti di Foggia. Dinanzi alle difficoltà oggettive, anche di natura economica, il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti e, nonostante il termine doloroso della collaborazione con alcune associazioni pro life, che mi hanno chiesto in modo inopinato di separare il Gianluca volontario pro vita dal Gianluca innamorato della Santa Messa Tridentina, sto andando avanti con questa iniziativa per amore di Dio, della Vita e delle anime delle donne e dei bambini.
Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse:” Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”.
Da parte mia, io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il Valore infinito della Vita per ciascuno di noi dal concepimento alla morte naturale.
Gianluca Martone
Difendere la vita in un mondo di morti: la straordinaria testimonianza di Gianluca Martone
Martedì, 21 maggio / 2019
 Redazione Quieuropa, Gianluca Martone, Sergio Basile, Difesa della vita, aborto, Moloch, New York  
Difendere la vita in un mondo di morti: la straordinaria
testimonianza di Gianluca Martone
di Sergio Basile


Le bugie dei Moloch del terzo millennio

“Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”
(George Orwell)
Roma di Sergio Basile – La cultura della morte imperversa e si respira ormai in ogni ambito socio-economico, sulle ali di un plagio mediatico di massa, orchestrato nella grande fucina nichilista di un invadente progressismo che vorrebbe convincere sempre più l’umanità della bontà dell’autodistruzione. L’attacco alla vita e l’infanticidiorappresentano gli ultimi stadi di maturazione di un antico processo rivoluzionario di smantellamento reale di millenarie verità di fede, acquisite a caro prezzo, e di messa al bando dei valori della grande Europa cristiana: un processo lento e capace di reinventarsi nei secoli dietro nuovi fantasiosi simboli e accattivanti sigle. Tali crimini, caduto il muro dell’etica incarnata dal giusnaturalismo, annientato il diritto naturale, dismesso lo scudo millenario della santa e immutabile dottrina della Chiesa Cattolica e innalzata a verità assoluta l’etica del vuoto numero (democratismo massonico e/o parlamentarismo), sono quindi bypassati come atti di verità, coraggio, indipendenza, libertà. Il peso di un figlio indesiderato, quel “simbolo di vergogna” e responsabilità – così come concepito dai maestri sessantottini e allievi prediletti della neomarxista Scuola di Francoforte (vedi articoli in allegato) – quell’episodico ciclone destinato a cambiare la vita, può essere così facilmente resettato, soffocato per sempre, quasi come se l’anima non esistesse; quasi come se quel grumo di cellule (invero ben formate, pensanti e palpitanti di vita) fossero un nulla da disperdere nel mare del caos, in un universo di materialismo cosmico (come vorrebbero i sacerdoti del marxismo) che ci riporta ai cieli di Babilonia, ai biblici abomini del paganesimo di cui narra la Bibbia. Il nuovo Moloch, dio pagano cui sacrificare i piccoli cuori degli uomini non nati, non ha più le sembianze di un grande gufo di pietra, ma quella molto più rassicurante di un elegante clinica, di un ovattato lettino di ospedale.
Il candore delle lenzuola fresche di bucato delle super cliniche abortiste
vorrebbe surrogarsi al candore evanescente delle coscienze,
ormai irrimediabilmente sporcate dal peso oscuro del nonsenso.
Ma l’operazione è fallita, e la cartina tornasole di questo opprimente fallimento è il senso di colpa destinato ad accompagnare vita natural durante l’esistenza dell’infanticida; il caos che tormenta il sonno e destabilizza sempre più la serenità delle famiglie europee. Per contro la rivendicazione unanime che si leva alta dalle piazze arcobaleno, pretende di convincere le masse lobotomizzate che la donna, essendo il naturale contenitore del “non nato” fin dal concepimento, vanterebbe il diritto di decidere della sua vita e della sua morte,
dimenticando che a “morire di aborto” non è però costei,
ma un altro individuo indifeso;
un sacro ospite dotato di anima, corpo, cervello ed organi propri.
Da New York al Vermont
Le leggi (massoniche) di molti “stati democratici”, dietro il fantasma giuridico dello
Stato e il fantasma ideologico della democrazia, stanno inesorabilmente virando verso l’affermazione di questa follia collettiva, intrisa di satanismo (Satana infatti, da sempre, odia profondamente l’uomo, perché creato ad immagine e somiglianza di Dio). Su questa scia ricordiamo il recente “si all’aborto” in Irlanda (maggio 2018); il G7 in Canada (giugno 2018) in cui fu ribadita la necessità di fomentare leggi sull’aborto fino al nono mese; nonché l’ultima deriva intrapresa dallo Stato del
Vermont e prim’ancora dallo Stato di New York, su proposta del governatore
Andrew Cuomo, spalleggiato dalla “solita” ex first ladyHillary Clinton: depenalizzazione per aborto totale anche fino al 9° mese.
L’attacco dell’élite mondialista
Un raggio di luce capace di trafiggere le dense nebbie newyorkesi, è giunto però – nelle scorse ore – dallo Stato dell’
Alabama, per mano della governatrice Kay Ivey, firmataria di una nuova legge sull’aborto che di fatto vieta l’interruzione di gravidanza anche per le donne vittime di stupro, punendo con il carcere i medici che lo praticano.
“Guarda, questi sono gli idioti che prendono le decisioni per le donne in America!
Governatore Kay Ivey vergognati!!”
(Rihanna)
Lapidario, indigesto, inevitabilmente allineato alla mentalità mondialista dominante è stato il repentino commento contro il governatore Ivey, giunto via web dalla pop star
Rihanna, seguita a ruota da Lady Gaga. L’astio esacerbato verso i pro-life, manifestato dalle due prime donne dello star system musicale a stelle e strisce – club élitario ben foraggiato dagli stessi enti mondialisti impegnati da decenni in svariati progetti abortisti, eugenetici e pro-vax – non dovrebbe demoralizzare i difensori della vita. Anzi! Quando gli attacchi arrivano dal cuore dell’impero del male, si ha la sensazione che la strada intrapresa sia quella giusta.
Difendere la Vita – L’atto più rivoluzionario
D’altronde partendo dall’assioma vita=verità (la vita è la somma espressione della verità divina) e dalla consapevolezza che in tempo di inganno universale dire la verità sia un atto rivoluzionario, possiamo sostenere che difendere la vita fin dal concepimento non può che essere l’atto più rivoluzionario. L’accezione “rivoluzione”, che nello scritto che segue utilizzaremo con un senso “positivo”, va ricordato che di per sé presenta un significatonegativo – di negazione – e di “opposizione”, perché etimologicamente sta a significare il “tornare indietro” (dal latino revolutionem, da revolutus, participio passato di revolvere: volgere indietro, ritornare, voltare). Va ricordato altresì, in piena coerenza con l’etimologia della parola (rivoluzione), che i rivoluzionari nella storia hanno sempre cercato con violenza, ideologie o eresie di attaccare le rivelazioni, le verità e i dogmi conquistati lungo il fluire dei secoli nella Chiesa Cattolica: anche se successivamete il termine “rivoluzione” ha assunto un significato improprio, più ampio e universale. Come rivelato dalla Madonna a Fatima – Vedi testimonianza/profezia di Suor Lucia dos Santos – nello scontro tra Dio e Satana, l’ultima battaglia, «lo scontro finale sarà sulla famiglia e sulla vita» (1). La consapevolezza che si stia disputando l’ultima battaglia di una serrata guerra, richiede la presenza di soldatiben addestrati pronti a sguainare la spada: “rivoluzionari di Cristo”. Ovviamente la “guerra” di cui si parla a Fatima è uno scontro tutto spirituale, capace però di incidere apocalitticamente anche sulla dimensione materiale, fisica e geografica delle nazioni. Il problema che si presenta, in un clima di indifferenza generale che travolge e paralizza anche la (falsa) chiesa modernista (contrapposta alla vera Chiesa di Cristo) consta nel ritrovare proprio questo provvidenziale spirito guerriero. La moderna gabbia sociale spinge ciascuno di noi, spesso e volentieri, all’egoismo, all’indifferenza. Dunque, se non riusciamo ad amare i nostri familiari e i nostri amici, che conosciamo e con i quali interagiamo quotidianamente, come potremmo avere a cuore la causa e la sorte dei non-nati? Per farlo bisogna rivestirsi di umiltà, comprendere – nella preghiera – il valore della sacralità ed eternità dell’anima, e quindi della vita, e ritrovare lo spirito “guerriero” che fu dei nostri padri: uomini e donne semplici che con il loro indefesso e piccolo impegno quotidiano fecero grande l’Europa e l’Italia cristiana. Poniamo come modello, probabilmente utile a risvegliare molti da questo canceroso torpore spirituale, la semplice ma straordinaria esperienza di un giovane campano, Gianluca Martone, impegnato da anni a combattere la follia abortista.
(1) profezia di Suor Lucia, veggente di Fatima, contenuta nella lettera al cardinal Carlo Caffarra: vedi intervista del cardinale concessa a La Voce di Padre Pio (marzo 2008)
La straordinaria esperienza di Gianluca Martone
Gianluca Martone, 36 primavere, da due anni ha iniziato una vera e propria crociata in difesa della vita, davanti a ben sette ospedali del Centro-Sud Italia: l’ospedale Loreto Mare di Napoli (nel quale vengono praticati tra i 1100 e i 1300
aborti ogni anno); il Cardarelli di Campobasso (400 infanticidi annui di media); il Moscati di Avellino (con il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti annui); il Rummo di Benevento (500 aborti ogni anno); il Riuniti di Foggia (circa 1000 aborti ogni anno), il Policlinico di Bari (noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010 e nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti l’anno); il San Carlo di Potenza (circa 400 infanticidi annui). Dal 2017, con la tenacia e la fortezza che solo la fede in Dio sanno donare, confidando quotidianamente nella potenza della Santa Messa Tridentina,
Gianluca macina centinaia di chilometri a settimana
per non tradire quella che sente come la sua missione principale:
ridare speranza a potenziali assassini dei loro figli,
facendogli scoprire l’importanza di rispettare la sacralità della vita.
Perché ogni vita ha un’impronta di eternità e un universo nascosto e insondabile di amore da riversare in un mondo avvolto dalle nebbie dell’egoismo.
“Grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017. Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quattro capoluoghi di Regione del Sud, tra Molise, Puglia, Campania e Basilicata, compresi gli ospedali di Benevento, Avellino e Foggia: i più mortiferi del Mezzogiorno”.
(Gianluca Martone)
“Malgrado le difficoltà economiche che una missione così impegnativa richiede – spiega Gianluca – il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti. Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse:
“Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”.
(Don Oreste Benzi)
“Da parte mia – continua Gianluca – io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il valore infinito della vita per ciascuno di noi, dal concepimento alla morte naturale”. Ringraziamo Gianluca Martone e chi provvidenzialmente concorre a sostenere la sua crociata, nella consapevolezza che chi salva una vita salva il mondo intero; ringraziamo altresì tutti quei sacerdoti e uomini di buona volontà che nel silenzio, senza clamore, con la loro missione in difesa del Quinto Comadamento ci indicano la via maestra e danno ancora una possibilità di conversione all’umanità, compartecipando al piano di salvezza di Gesù Cristo, Nostro Signore.
Sergio Basile / Presidente Sete di Giustizia (Copyright © 2019 Qui Europa)
La battaglia di Gianluca Martone- Media TV- Maggio 2019
Intervista al giornalista Gianluca Martone- Convegno E' VITA- Museo Civico di Foggia- Dicembre 2019
Intervista al Presidente Gianluca Martone da parte dell'ottima giornalista Alessia Conte sulla Messa di Paolo VI- Bassa Irpinia- Novembre 2019
L'Eroe Solitario Anti- Aborto Gianluca Martone scrive- Articolo di Maurice Blondet- Febbraio 2020

L’EROE SOLITARIO ANTI-ABORTO scrive
Maurizio Blondet 28 Febbraio 2020
RACCONTO DI UNA GIORNATA SCANDALOSA A BARI
Un episodio gravissimo è accaduto questa mattina al Policlinico di Bari, durante il mio solito sit in contro l’aborto che tengo ormai mensilmente da due anni, con regolare avviso di comunicazione inviato tramite Pec all’Ufficio del Gabinetto della questura di bari, come si vede da allegato. Ecco la cronaca di questo increscioso avvenimento. Giunto intorno alle 9 al Policlinico, come di consueto ho iniziato a volantinare in modo pacifico alle persone. Mentre volantinavo, è giunto il direttore dell’ospedale, intimandomi piu’ volte di togliere il manifesto contro l’aborto, che ci tengo a sottolineare espongo da due anni, senza che nessuno mi abbia mai detto nulla. Io ho sempre risposto negativamente a questa assurda pretesa. Il direttore non soddisfatto di questa mia risposta negativa ha subito fatto intervenire un addetto della security, che mi conosce da anni, il quale mi ha nuovamente intimato di spostare il manifesto. A questo punto, per evitare uno scontro verbale, l’ho spostato di qualche metro. Nonostante questo gesto, la pressione dei due soggetti non si è fermata. Infatti, mentre pregavo il Rosario, senza mai dire NULLA, per non esacerbare gli animi, il direttore diceva all’addetto della security: Dobbiamo liberarci di questo soggetto ad ogni costo, è una questione personale. Pochi minuti dopo, giunge un poliziotto che, con toni minacciosi, mi invita a seguirlo nel gabbiotto della Polizia di Stato posto all’interno dell’ospedale. Il sottoscritto letteralmente tolto di peso dall’ingresso dell’ospedale ha avuto appena il tempo di prendere il borsello con i soldi, lasciando tutte le mie cose accanto all’ingresso. Una scena orribile. Io sono una persona PERBENE, INCENSURATA, ho sempre rispettato la legge e sono trattato da questo esponente delle Forze dell’Ordine come un CRIMINALE, un MAFIOSO, un CAMORRISTA. Dopo circa 45 minuti di controllo, questo poliziotto mi ha detto: LEI E’ AUTORIZZATO A VOLANTINARE DOMANI, NON OGGI ( Ci tengo a precisare che non ho bisogno di alcuna autorizzazione per volantinare, in base all’18 TULPS, che mi impone solo di dare AVVISO DI COMUNICAZIONE). La sua email per oggi non è giunta ( menzogna colossale perché io ho la copia dell’email, come volevasi dimostrare: [Nessun oggetto] Messaggio di posta da gianluca.martone@libero.it: [Nessun oggetto] gianluca.martone@libero.it 24/2/2020 11:58 A urp.quest.ba@pecps.poliziadistato.it

COMUNICO CHE IL SIT IN AL POLICLINICO E ALLE SCUOLE DI VIA CELSO ULPIANI PREVISTI PER IL GIORNO 28 FEBBRAIO SONO SPOSTATI AL GIORNO 27 FEBBRAIO SEMPRE ALLA STESSA ORA PER MOTIVI PERSONALI. CORDIALI SALUTI. GIANLUCA MARTONE. E mi ha anche detto che, se avessi continuato a volantinare, sarei incorso in sanzioni penali. Una manovra massonica e un abuso potere di inaudita gravità per togliermi di mezzo e impedirmi di sensibilizzare le persone su questa drammatica problematica. Chiedo pertanto che si faccia giustizia in merito a questo gravissimo accadimento, che ha coinvolto una persona perbene, che si sta impegnando in modo pacifico a servizio della salute pubblica dei cittadini e della corretta informazione sull’aborto.
GIANLUCA MARTONE GIORNALISTA E MILITANTE CONTRO L’ABORTO

Intervista al Presidente Gianluca Martone- Perchè sensibilizzo alla vita in sette ospedali del Sud- Maggio 2019

Gianluca Martone: “Perchè sensibilizzo alla vita in sette ospedali del Sud”

Gianluca Martone è un giornalista del Mezzogiorno Quotidiano da anni impegnato nella lotta contro l’aborto, in linea con quello che chiede la Chiesa Cattolica in materia. Infatti, il n. 2270 del Catechismo della Chiesa Cattolica specifica che “La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita”. Ed ancora il successivo numero, il 2271, ricorda che fin dal primo secolo “la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale”. La Chiesa Cattolica condanna anche la cooperazione all’aborto. Infatti al n. 2272 del Catechismo è ricordato che “la cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana”, questo perché la Chiesa, non intendendo restringere il campo della misericordia, “mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società”. Infatti il n. 2274 del Catechismo cattolico spiega che l’embrione, “poiché fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano”.

Trentaseianni, Gianluca Martone, aderendo a questi principi non negoziabili del cristianesimo, da diversi mesi ha iniziato una vera e propria crociata in difesa della Vita davanti a ben sette ospedali del Centro-Sud Italia, battendosi come un leone in difesa della vita e della verità. Lo abbiamo intervistato.

Quali sono gli ospedali dove sensibilizza alla vita?

“Sono sette. C’è l’Ospedale Loreto Mare di Napoli, dove vengono praticati tra i 1100 e i 1300 aborti ogni anno. Poi anche il Cardarelli di Campobasso, nel quale vi è un solo medico abortista, il dott. Michele Mariano, il quale ogni anno effettua 400 aborti. Poi sono attivo presso il Moscati di Avellino, che ha il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti ogni anno, compresi gli aborti terapeutici. Poi svolgo attività per la vita presso il Rummo di Benevento, che conta ben 500 aborti ogni anno, nonostante l’assenza di medici abortisti. Sono attivo anche presso il Riuniti di Foggia, noto come “Capitale del Mezzogiorno” per quanto riguarda gli aborti, con ben 1000 aborti ogni anno circa. Decisamente negativa è anche la situazione che si registra presso il Policlinico di Bari, noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010, ospedale nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti ogni anno. Infine opero anche presso il San Carlo di Potenza, dove vengono praticati oltre 400 aborti ogni anno”.

Perché ha intrapreso questa guerra difficilissima e, soprattutto perché ha scelto questi sette ospedali?

“Nel febbraio 2017, nonostante fossi un giornalista noto nel panorama nazionale (avevo fatto diverse conferenze sull’ideologia di genere in diverse città italiane e avevo ricevuto anche il prestigioso Premio Internazionale Anti Mafia Livatino-Costa-Saetta per questo importante impegno civico), stavo attraversando un periodo molto difficile sia a livello personale che familiare. Proprio in quel momento, feci un viaggio in Veneto, conoscendo il Priorato di Lanzago di Silea della Fraternità San Pio X, il cui Priore, don Luigi Moncalero, mi consigliò di andare a fare gli Esercizi Ignaziani ad Albano. Quella stessa notte, era il 17 febbraio 2017, data indimenticabile nella mia vita, di cui ho parlato anche in diverse interviste di recente, ho sognato i bambini abortiti pieni di sangue, morenti, i quali mi dicevano: ‘Gianluca vieni a salvarci’. Io mi svegliai immediatamente, sconvolto da quel sogno, iniziai a prendere in considerazione, una volta tornato a casa, i consigli del mio amico Giorgio Celsi, il quale mi invitava ripetutamente ad andare davanti agli ospedali. Da parte mia, io avevo paura. Ma da quel momento in poi tutto cambiò. Dal 28 febbraio 2017, iniziai questa crociata davanti al Rummo di Benevento, dove nel frattempo era andato in pensione l’unico medico abortista, il dott. Limongelli ed era stato sospeso il “servizio abortivo”. Purtroppo un’associazione fece pressione sulla dirigenza dell’ospedale e fece riprendere ‘la macelleria’ al Rummo, con ben 500 innocenti martiri della mia città uccisi ogni anno. Subito dopo, iniziai anche ad andare al Moscati di Avellino, al Cardarelli di Campobasso e al Loreto Mare di Napoli. Tuttavia, nonostante la mia grande voglia, le risorse erano poche (la mia carissima amica Silvana De Mari non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio) e, soprattutto, dal punto di vista spirituale, non ero ancora inattaccabile. Nel mese di maggio 2017, andai a fare per la prima volta i Santi Esercizi Ignaziani al Priorato di Albano e, durante la notte del 17 maggio 2017, sognai che stavo andando in un fuoco terribile, quando improvvisamente fui salvato dalla Madonna. Mi svegliai improvvisamente, volevo lasciare il Priorato, ma convinto dal Priore, don Aldo Rossi, restai e da quel gesto, la mia vita cambiò completamente. Nei mesi successivi, ho iniziato ad andare tutti i giorni alla Santa Messa Tridentina, a far dire tantissime messe per i numerosi benefattori e i loro defunti (sono molto devoto alle anime sante del Purgatorio) che, con grande generosità, mi stanno aiutando in questa impresa quasi impossibile (dico quasi perché nulla è impossibile a Dio), e grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017. Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quindi tutte e quattro i capoluoghi di Regione del Sud: Molise, Puglia, Campania e Basilicata e, oltre a Benevento, i due ospedali più mortiferi del Mezzogiorno: il Moscati di Avellino e il Riuniti di Foggia”.

Ha dovuto affrontare diverse difficoltà per portare avanti queste attività pro-life?

“Dinanzi alle difficoltà oggettive, anche di natura economica, il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti e, nonostante il termine doloroso della collaborazione con alcune associazioni pro life, che mi hanno chiesto in modo inopinato di separare il Gianluca volontario pro vita dal Gianluca innamorato della Santa Messa Tridentina, sto andando avanti con questa iniziativa per amore di Dio, della Vita e delle anime delle donne e dei bambini. Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse: ‘Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180 mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue’. Da parte mia, io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il Valore infinito della Vita per ciascuno di noi dal concepimento alla morte naturale”.

Sotto due video interviste al giornalista Gianluca Martone.

Emergenza Covid- A Bari chiude la sala abortiva assediata dalla battaglia di Gianluca Martone- di Matteo Castagna- Verona News
A Verona le femministe (esistono ancora, persino nel 2021) pubblicizzano dal 19 Marzo scorso “com’è abortire durante l’emergenza Covid?”, usando uno slogan di dubbio gusto e dall’efficacia che non conosciamo.

In questi giorni giunge una notizia dal Policlinico di Bari: gli aborti sono stati improvvisamente sospesi. Al Policlinico si praticavano circa 500 aborti l’anno. La sala abortiva è stata chiusa, anche a causa dell’emergenza sanitaria.

Esiste un antefatto curioso. Gianluca Martone, fondatore dell’Associazione “Crociata Cattolica per la regalità di Nostro Signore Gesù Cristo” effettua dal lontano 6 dicembre 2017, un serrato volantinaggio, con continui ed incessanti presidi di preghiere di riparazione, di fronte alla struttura ospedaliera.

Per questa sua battaglia solitaria, fatta di testimonianza e di preghiera, Martone ha subito attacchi di ogni genere, da parte di tutti, compresi uomini di Chiesa, come si può leggere in questo articolo di PROVITA del maggio 2018: https://www.provitaefamiglia.it/blog/irlanda-e-non-solo-chi-e-pro-vita-a-parole-e-chi-nei-fatti.

“Durante una veglia di preghiera al Sacro Cuore di Gesù, regolarmente autorizzata, il 27 febbraio 2020, prima dello scoppio dell’emergenza COVID, sono stato minacciato di essere arrestato, con il Direttore Generale del Policlinico che disse: è una questione personale, o salta lui o salto io” – racconta Gianluca Martone, con la comprensibile gioia di aver vinto la guerra di Davide contro Golia. “Ho subito tante traversie, tanti ostacoli, anche la neve il 27 febbraio 2018, ho macinato km e km con un’auto che ha quasi 370 mila km, ma, alla fine, aver contribuito a salvare centinaia di bambini innocenti costituisce una soddisfazione immensa”. E’ convinto che anche la Grazia sia intervenuta a ricompensare gli sforzi di un figlio fedele, come è sempre avvenuto nel corso della storia.

Il tenace giornalista di Benevento continua, con una riflessione forte, a corollario della sua azione concreta di militanza a difesa della vita:

“Noi dobbiamo rendere pubblico quello che avviene nel silenzio degli ospedali”. Questa preghiera diventa un segno grande perché noi diciamo: “Se uccidono tuo fratello, tu cosa fai? Corri là, dove questo succede e lo rendi visibile a tutti perché gridi: “Uccidono mio fratello, uccidono mio fratello, aiutatemi!” Il fatto è che la società è anestetizzata. Che cosa accadrebbe se un giornale domani titolasse a sei colonne: “Ieri cinque bambini uccisi nell’ospedale della nostra città”. Direbbe una cosa vera? ».

Ai veronesi potrebbero venire in mente, per analogia, i 5 anni in cui i cattolici tradizionalisti riuscirono, con la stessa costanza d’azione di preghiera e militanza a liberare la chiesa di San Pietro Martire dall’occupazione dei luterani.

Difficile pensare che certe cose, considerate umanamente impossibili da realizzare, all’improvviso diventino realtà. Eppure, questi avvenimenti infondono una grande speranza, in questo periodo difficile, perché Gesù disse: “chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. (S. Matteo, 29)

Intervista Presidente Gianluca Martone- Cronache di Cielo e Terra- Agosto 2022-
Gianluca Martone e la sua Crociata in difesa della Vita- Febbraio 2020- Imola Oggi
Mi chiamo Gianluca Martone, compirò 37 anni il prossimo 2 marzo e sono giornalista e volontario pro vita.
Da ben tre anni, ho iniziato una vera e propria crociata in difesa della Vita davanti a ben otto ospedali del Centro- Sud Italia: l’Ospedale Loreto Mare di Napoli, dove venivano praticati tra i 1100 e i 1300 aborti ogni anno, scesi in quest’ultimo anno a 300 aborti grazie anche ai miei continui piantonamenti, il Cardarelli di Campobasso, nel quale vi è un solo medico abortista, il dott. Michele M., il quale ogni anno effettua 400 aborti, il Moscati di Avellino, con il raccapricciante primato di ben 5 mila aborti ogni anno circa, compresi i terapeutici, il Rummo di Benevento, con ben 500 aborti ogni anno, nonostante l’assenza di medici abortisti, il Riuniti di Foggia, noto come Capitale del Mezzogiorno per quanto riguarda gli aborti, con ben 1000 aborti ogni anno circa, scesi in quest’ultimo anno a circa 600 aborti, il Policlinico di Bari, noto per aver iniziato la diffusione della famigerata pillola abortiva Ru486 nel 2010, nel quale vengono praticati oltre 1000 aborti ogni anno,il San Carlo di Potenza, con oltre 400 aborti ogni anno e, dallo scorso mese di giugno, il San Giovanni di Roma, con il triste record nella Capitale di 1000 aborti ogni anno. Oltre agli ospedali, dallo scorso mese di ottobre sto volantinando anche davanti alle scuole di istruzione superiore di queste otto città, per sensibilizzare i giovani su questa drammatica problematica, di cui pochissimi parlano.
Perché ho intrapreso questa guerra difficilissima e, soprattutto perché ho scelto questi sette ospedali?
Le risposte a queste due domande fanno riferimento a due date: 17 febbraio 2017 e 17 maggio 2017. Nel febbraio 2017, nonostante fossi un giornalista noto nel panorama nazionale (avevo fatto diverse conferenze sull’ideologia di genere in diverse città italiane e avevo ricevuto anche il prestigioso Premio Internazionale Anti Mafia Livatino- Costa- Saetta per questo importante impegno civico), stavo attraversando un periodo molto difficile sia a livello personale che familiare.
Proprio in quel momento, feci un viaggio in Veneto, conoscendo il Priorato di Lanzago di Silea della Fraternità San Pio X, il cui Priore, don Luigi Moncalero, mi consigliò di andare a fare gli Esercizi Ignaziani ad Albano. Quella stessa notte, era il 17 febbraio 2017, data indimenticabile nella mia vita, di cui ho parlato anche in diverse interviste di recente, ho sognato i bambini abortiti pieni di sangue, morenti, i quali mi dicevano: Gianluca vieni a salvarci.

Io mi svegliai immediatamente, sconvolto da quel sogno, iniziai a prendere in considerazione, una volta tornato a casa, i consigli del mio amico Giorgio Celsi, il quale mi invitava ripetutamente ad andare davanti agli ospedali. Da parte mia, io avevo paura.
Ma da quel momento in poi tutto cambiò. Dal 28 febbraio 2017, iniziai questa crociata davanti al Rummo di Benevento, dove nel frattempo era andato in pensione l’unico medico abortista, il dott. Limongelli ed era stato sospeso il “servizio abortivo”. Purtroppo, la Lidu (Lega Italiana Diritti dell’Uomo) del noto avvocato Lugi Diego Perifano fece pressione sulla dirigenza dell’ospedale e fece riprendere la macelleria al Rummo, con ben 500 innocenti martiri della mia città uccisi ogni anno.
Subito dopo, iniziai anche ad andare al Moscati di Avellino, al Cardarelli di Campobasso e al Loreto Mare di Napoli. Tuttavia, nonostante la mia grande voglia, le risorse erano poche (la mia carissima amica Silvana De Mari non mi ha mai fatto mancare il suo appoggio) e, soprattutto, dal punto di vista spirituale, non ero ancora inattaccabile.

Nel mese di maggio 2017, andai a fare per la prima volta i Santi Esercizi Ignaziani al Priorato di Albano e, durante la notte del 17 maggio 2017, sognai che stavo andando in un fuoco terribile, quando improvvisamente fui salvato dalla Madonna. Mi svegliai improvvisamente, volevo lasciare il Priorato, ma convinto dal Priore, don Aldo Rossi, restai e da quel gesto, la mia vita cambiò completamente. Nei mesi successivi, ho iniziato ad andare tutti i giorni alla Santa Messa Tridentina, a far dire tantissime messe per i numerosi benefattori e i loro defunti (sono molto devoto alle anime sante del Purgatorio) che, con grande generosità, mi stanno aiutando in questa impresa quasi impossibile (dico quasi perché nulla è impossibile a Dio), e grazie ad alcuni miracoli avvenuti a Benevento, ci sono ben tre sacerdoti amici, di cui non faccio il nome per discrezione, i quali non mi fanno mai mancare i Santi Sacramenti ogni giorno dal 20 agosto 2017.

Sospinto da una forza incredibile e dall’Onnipotenza della Santa Messa Cattolica, che mi ha cambiato la vita, decisi di aggiungere anche gli ospedali di Bari, Foggia e Potenza a questa impresa improba, coprendo quindi tutte e quattro i capoluoghi di Regione del Sud: Molise, Puglia, Campania e Basilicata e, oltre a Benevento, i due ospedali più mortiferi del Mezzogiorno: il Moscati di Avellino e il Riuniti di Foggia. Dinanzi alle difficoltà oggettive, anche di natura economica, il Signore sta sospingendo questa impresa con grazie incredibili e incessanti e, nonostante il termine doloroso della collaborazione con alcune associazioni pro life, che mi hanno chiesto in modo inopinato di separare il Gianluca volontario pro vita dal Gianluca innamorato della Santa Messa Tridentina, sto andando avanti con questa iniziativa per amore di Dio, della Vita e delle anime delle donne e dei bambini.

Il grande don Oreste Benzi, uno dei sacerdoti che ho preso come esempio in questa crociata pro life, disse:” Oggi, mentre siamo qui, cinquecento bambini, in media, vengono sgozzati e uccisi. Omicidio premeditato, voluto, in Italia. 180mila l’anno. Ma queste creature urlano, e il grido loro sale a Dio. Mentre si sta vicino a Dio questo grido lo si sente, ma se non lo si sente, vuol dire che qualcosa c’è da rivedere nel nostro rapporto con Dio e con i fratelli. Non posso dare indirettamente il mio permesso; chi tace – ma non è un tacere con la parola soltanto – chi tace con i fatti è complice del delitto. Le nostre mani – si voglia o no, anche se dà fastidio – grondano sangue”.

Da parte mia, io non voglio tacere e, fino a quando Dio vorrà, continuerò a dare voce in trincea davanti agli ospedali a questi innocenti martiri, i veri dimenticati di questa nostra società scristianizzata, che ha dimenticato e smarrito il Valore infinito della Vita per ciascuno di noi dal concepimento alla morte naturale.
Gianluca Martone


Intervista al Presidente Gianluca Martone su Telebene- Padre Pio e la Messa Tridentina- Luglio 2022
Mons. Carlo Maria Vigano'- L'ABORTO "SACRAMENTO DI SATANA- Settembre 2023
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Intervista al Presidente Gianluca Martone da parte della brava giornalista Alessia Conte sulla Messa Tridentina- Bassa Irpinia- Aprile 2018
Intervista al Presidente Gianluca Martone contro l'aborto- Media Tv - 4 settembre 2020
Mons. Lefebvre: Analisi sul Concilio Vaticano II e le sue conseguenze- Febbraio 1976-
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La persecuzione subita dal Presidente Gianluca Martone all'ospedale Le Torrette di Ancona da parte di un poliziotto
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Santa Messa Tridentina 2-3-19 di Santa Maria in sabato
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Il Presidente Gianluca Martone aggredito all'Università di Firenze- Pro Vita e Famiglia Aprile 2023
Manifesta e prega contro l’aborto. Aggredito davanti all’università di Firenze
Lo scorso 24 febbraio, nei pressi della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze, in via delle Pandette, Gianluca Martone - Presidente Nazionale dell'associazione "Crociata Cattolica per la Regalità di nostro Signore Gesù Cristo” è stato aggredito e insultato da alcune studentesse per aver esposto - silenziosamente e da solo - un volantino con la preghiera dell’Ave Maria e le ragioni della sua associazioni contro l’aborto.

Come riporta lo stesso Martone, alcune ragazze si sono avvicinate, strappando il volantino che aveva affisso al proprio cappotto, strappandolo e deridendo e insultandolo. Sul luogo dell’episodio è subito intervenuta la Polizia che ha invitato Martone ad allontanarsi per non mettere a rischio la propria incolumità e a sporgere denuncia.

Un atto di intimidazione e aggressione - per fortuna non sfociato in violenze fisiche - gravissimo e inqualificabile, che dimostra ancora una volta l’assoluta anti-democraticità di chi la pensa diversamente dal mondo pro life e pro family e anche di chi è evidentemente anti cattolico.
Il Presidente Gianluca Martone aggredito al Liceo "Assunta Pieralli" di Perugia- 15 gennaio 2024
(di Gianluca Martone) PERUGIA Dopo il volantinaggio e la veglia di preghiera all'Ospedale Santa Maria della Misericordia
insieme al mio caro amico e socio Claudio Veschini mi sono recato per la prima volta al Liceo Assunta Pieralli di Perugia, per sensibilizzare le studentesse umbre sui valori sacri della Fede e della Vita con i nuovi volantini di Crociata Cattolica. Dalle 12 alle 14 circa di lunedi 15 gennaio 2024, ho distribuito decine di volantini alle ragazze con buoni riscontri, dato che solo pochissimi volantini sono stati gettati a terra. Una ragazza di 18 anni si è anche complimentata con me e ha ricevuto con gioia non solo il volantino, ma anche un'immagine della Madonna del Rosariello di Napoli, che pregherà in questi mesi che precedono il suo esame di maturità. Tuttavia, una ragazza di 15 anni, l'unica che ha mostrato un comportamento aggressivo e violento nei miei riguardi, mi ha strappato di dosso il manifesto della Madonna di Fatima, che è stato completamente rovinato e stropicciato. Dopo le analoghe esperienze di Roma e di Firenze, sono rimasto sereno e tranquillo e ho cercato di capire perchè questa giovane avesse reagito in questo modo. Lei mi ha detto: Tu vuoi far nascere bambini in questo mondo di merda. Perchè non te ne vai? La Madonna mi ha abbandonato. Mai mia madre mi ha tenuto in braccio cosi da piccola. Ho fatto 5 aborti. Io ascoltavo questo sfogo con immenso dolore, dicendole: La Madonna che tu odi ti ama tantissimo, credimi. La tua vita è preziosa per lei. Subito dopo, come si puo' vedere dal video, sono intervenute altre ragazze e anche un ragazzo, i quali hanno criticato fortemente la ragazza per questo atteggiamento, in quanto, anche se tutti la pensavano come lei, dicevano che non era giusto impedirmi di manifestare il mio pensiero cattolico, soprattutto con volantini che non avevano nulla di aggressivo. Alla fine lei ha desistito e una ragazza mi ha abbracciato, scusandosi per questo comportamento aggressivo. Mi ha molto colpito una frase di un'alta ragazza: Lui puo' stare qui anche tutti i giorni, tanto tutte noi abbiamo abortito. Un dolore infinito, che fa capire il dramma dei giovani, ma anche la loro sete di Dio. Ancora una volta la Madonna mi ha protetto e, com'è avvenuto il 24 febbraio 2023 a Firenze, quando fui aggredito da una studentessa universitaria del Dipartimento di Giurisprudenza, si è presa gli insulti e gli schiaffi diretti a me. Preghiamo molto per queste ragazze. Non ho denunciato la giovane, in quanto ha solo 15 anni e ho preferito soprassedere, anche per la corretta reazione delle sue compagne, le quali l'hanno criticata per questo atto di odio nei riguardi del manifesto mariano. E' necessaria la testimonianza cattolica soprattutto davanti alle scuole e alle Università, che sono diventate luoghi contro la Fede, la Famiglia e la Vita.
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